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Pianificare una lezione di ascolto per studenti della Scuola Primaria

| Redazione Celtic | , | Tempo di lettura: 4 min.
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Insegnare agli studenti della scuola primaria come sviluppare la capacità di ascolto è senza dubbio un compito tutt’altro che facile per l’insegnante. Oltre al fatto che i piccoli discenti si trovano a dover ascoltare e comprendere un testo in lingua straniera, bisogna anche fare i conti con la loro capacità di concentrazione che a questa età purtroppo è molto bassa.

Per aiutare gli studenti a sviluppare questa capacità ricettiva e ottenere il massimo dal testo che dovranno comprendere, noi insegnanti dobbiamo pianificare lezioni ben strutturate.

A questo proposito è necessario dividere l’ascolto in tre diverse fasi: il Pre-listening, il While-listening e il Post-listening.  

La prima fase ha diversi obiettivi, ma in primo luogo serve per creare un interesse, per stimolare la curiosità dei discenti su quanto andranno ad ascoltare.  Per far questo potrebbe essere utile, soprattutto con i bambini dei primi due anni di scuola primaria, attaccare alla lavagna diverse fotografie attraverso le quali si chiede loro di “immaginare, indovinare” il contenuto della registrazione.

In questa prima fase è necessario, inoltre, insegnare il vocabolario nuovo presente  nell’ascolto. L’insegnante deve concentrarsi sulle parole chiave, utili agli studenti per svolgere i compiti che verranno assegnati loro nella fase successiva. Per far questo ci sono diverse attività piuttosto divertenti per i bambini: esercizi di abbinamento immagine-parola, di disegno, di scrittura, ecc. Per l’insegnante è importante scoprire se gli studenti conoscono le parole “nuove” e se riescono a contestualizzarle.

Una volta eseguiti questi step si passerà alla seconda fase, durante la quale ha inizio l’ascolto vero e proprio (il quale dovrà essere piuttosto breve in quanto richiede molta concentrazione e i bambini potrebbero stancarsi facilmente).

Il primo ascolto dovrà avere come obiettivo la comprensione globale del testo, quindi sarà sufficiente chiedere ai bambini di rispondere ad una semplice domanda, del tipo “Di cosa parla il testo? / La storia ha un lieto fine?”. Ove possibile, prima della correzione in plenaria della risposta, è utile agevolare un confronto a coppie o in piccoli gruppi.

Una volta che l’insegnante avrà corretto ad alta voce l’attività, i bambini sono pronti a passare alla fase di ascolto analitico. Anche in questo caso è necessario dare un’attività da fare mentre si ascolta per la seconda volta e, trattandosi di un ascolto che verifica una comprensione molto più dettagliata, il docente assegnerà attività del tipo “spuntare le parole che si ascoltano, completare una tabella, riempire degli spazi bianchi, rilevare errori, esercizi di “vero o falso”, indovinare definizioni”, ecc.

Ancora una volta è bene che i bambini controllino tra loro quanto svolto, prima che l’insegnante passi a correggere l’attività in plenaria.

Nella terza fase della lezione è necessario svolgere un’attività di follow-up, che potrebbe essere il classico esercizio lessicale oppure un role-play.

L’attività di follow-up, che può essere più guidata oppure più libera e creativa, offre agli studenti non solo l’opportunità di riutilizzare, in contesti diversi, il vocabolario appena appreso, ma permette anche di esercitare l’uso di alcuni esponenti linguistici, realizzando così le stesse funzioni comunicative presenti nel dialogo. In questo modo gli studenti avranno una chiara misura del loro apprendimento.

Oltre a quanto detto finora è importante che l’ascolto venga ripetuto un numero sufficiente di volte, senza però esagerare (3 volte al massimo); è auspicabile che gli studenti lavorino insieme (in coppie o in piccoli gruppi) per controllare le attività che sono state loro assegnate;  è opportuno che il docente non faccia capire immediatamente quali sono le risposte corrette con parole o espressioni facciali, in quanto è importante che tutti abbiano l’opportunità di partecipare; infine è necessario che nessun discente si perda d’animo e che l’ascolto sia alla portata di tutti.

L’ascolto è un processo attivo (nonostante venga definito come processo passivo), poiché la mente si impegna attivamente a creare significato. È quindi nostro dovere come insegnanti garantire che i materiali che utilizziamo siano comprensibili per i nostri giovani studenti; dobbiamo cercare di essere selettivi, non sempre il materiale di ascolto proposto da un libro di testo è adatto alla classe. Anche ascoltare è un duro lavoro! E può essere stressante! Quindi, al fine di massimizzare il potenziale di acquisizione della lingua, dobbiamo assicurarci che i nostri giovani studenti non siano stressati da questo processo.

 

Francesco Pierucci

Docente specialista lingua inglese scuola primaria

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