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Autore: Redazione Celtic

Insegnare la grammatica agli studenti della scuola primaria attraverso le mind maps

L’importanza delle mind maps per l’insegnamento della grammatica inglese

Tutti noi insegnanti sappiamo quanto sia difficile insegnare la grammatica agli studenti della scuola primaria e quanto questa possa risultare noiosa per loro.

Nella mia carriera di insegnante (in presenza, ma anche online visto il delicato momento che stiamo attraversando) una delle cose che utilizzo di più durante le mie lezioni sia ad adulti che a bambini della scuola primaria sono le “mappe mentali”, da non confondere con le “mappe concettuali”. Pur essendo entrambe degli organizzatori sia logici che visivi delle conoscenze, tra di loro esiste una sostanziale differenza in quanto ognuna risponde a logiche e obiettivi specifici.

Mentre infatti le mappe concettuali sono sviluppate su una base molto cognitiva e razionale, quelle mentali sono più imperniate sulla creatività; sono, citando le parole del suo inventore Buzan, “uno strumento olistico, grafico e visivo che può essere applicato a tutte le funzioni cognitive, soprattutto la memoria, la creatività, l’apprendimento e tutte le forme di pensiero”.

Una mappa mentale presenta una struttura di pensiero tridimensionale: si diffonde sempre dal centro sotto forma di ramificazione e ogni parola, concetto o immagine ad essa correlata diventa un sotto-centro; è un modo divertente per ricordare informazioni noiose.

Le mappe mentali sono importanti perché permettono di organizzare in maniera efficace ed intuitiva molte informazioni, di memorizzare facilmente argomenti molto ampi, di stimolare la memoria associativa e visiva, ed infine, di fare il punto della situazione in fase di riflessione o al termine di un’unità didattica, in particolare relativamente alla competenza grammaticale e lessicale.

Questo perché una mappa mentale riassume in maniera visiva i punti/le parole chiave che sono stati trattati durante l’unità didattica ed è oramai assodato che per qualsiasi discente è molto più facile ricordare ciò che viene visto piuttosto che ciò che viene scritto.

Le mappe mentali rafforzano inoltre la memoria del discente, migliorano la comprensione di argomenti complessi (e non dimentichiamoci che stiamo parlando del lessico e della grammatica di una lingua seconda) e collegano le lezioni svolte in aula con i compiti che poi dovrà svolgere a casa.

Questi, a mio avviso, sono i motivi principali per cui oggigiorno molti libri di testo dedicano diverse pagine alle mappe mentali.

Affinché una mappa mentale sia efficace, è importante che questa:

utilizzi una sola parola per “nodo”. Qui, secondo me, è dove molti vanno fuori strada, poiché aggiungono voci simili a un SMS in ogni bolla. È difficile da fare all’inizio, ma l’insegnante deve allenarsi a scegliere una parola chiave vivida e concisa al fine di rendere la mappa mentale più efficace ed efficiente;

sia su un solo foglio, su una sola pagina in quanto uno dei maggiori vantaggi delle mappe mentali è il consolidamento di una grande quantità di informazioni in un’unica pagina rapidamente “scansionabile”;

abbia immagini, icone e colori. L’aggiunta di una varietà di immagini e colori alla mappa mentale aumenta la memorizzazione e può aiutare a creare connessioni tra parole simili.

La grammatica, come ho detto, non è facile da insegnare e molti studenti incontrano difficoltà a padroneggiarla. Una mappa mentale è sicuramente di grande aiuto quando si tratta di insegnare i punti grammaticali poiché i diagrammi sono più facili da capire e da ricordare rispetto agli appunti…e sappiamo anche che non tutti i bambini della scuola primaria riescono a prendere appunti correttamente! 

 

Francesco Pierucci

Docente specialista lingua inglese scuola primaria

 

Pagina tratta dal fascicolo Mind Maps, allegato al corso ministeriale You and Me Friends

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Sviluppare l’abilità del parlato negli studenti della Scuola Primaria

Insegnare ai bambini della scuola primaria a produrre in lingua inglese, sia oralmente che per iscritto, è sicuramente molto impegnativo in quanto la padronanza della prima lingua è ancora acerba. Considerando che la lingua inglese viene insegnata principalmente o unicamente a scuola, l’esposizione alla LS per la maggior parte dei bambini è molto limitata. La scarsa competenza dimostrata da molti studenti nelle scuole secondarie può essere causata proprio dal debole sviluppo della produzione (in particolare quella orale) durante la scuola primaria. Parlare è, senza dubbio, l’abilità più importante tra le quattro abilità linguistiche e per la maggior parte degli studenti, è anche l’abilità più difficile da padroneggiare, in quanto esistono diversi fattori (come l’inibizione, una scarsa partecipazione, un vocabolario limitato e l’influenza della lingua madre) che possono giocare un ruolo negativo.

L’incapacità degli studenti di comunicare in inglese è dovuta, a mio avviso, all’eccessivo uso della prima lingua in classe. Come conseguenza gli studenti hanno poco tempo a disposizione per parlare in inglese, in quanto la maggior parte delle spiegazioni vengono fornite loro principalmente in lingua italiana. Ricordiamoci che più un bambino è esposto alla lingua, maggiori sono le possibilità che riesca a sviluppare l’abilità del parlato.

Non dimentichiamo, inoltre, che insegnare l’abilità del parlato non significa che i bambini debbano semplicemente ripetere quello che dice l’insegnante, ma significa dover svolgere un compito orale con una reale motivazione alle spalle. La fase iniziale dell’apprendimento delle lingue è cruciale in quanto è il fondamento dello sviluppo del linguaggio. Se questa fondamento fosse debole, lo sviluppo potrebbe essere rovinato.

I bambini acquisiscono l’abilità del parlato utilizzando strutture semplici, basate su contesti significativi e non decontestualizzati.

Detto questo, come possiamo aiutare i nostri giovani studenti a sviluppare questa importantissima abilità?

Non esiste un’attività migliore dell’altra, anche se una delle più efficaci rimane sempre quella del role-play, un’attività divertente e ludica, ma anche una componente chiave nell’apprendimento delle lingue per i bambini. È uno spazio sociale che sviluppa capacità di parlare e ascoltare, oltre a dare loro l’opportunità di riflettere e sviluppare la loro conoscenza di un argomento, stimolando e migliorando la creatività e l’immaginazione.

Il Describe and Draw è, invece, un’attività che si può utilizzare per coinvolgere i bambini nello sviluppo di idee sulle relazioni spaziali. L’attività crea opportunità per i bambini di descrivere ciò che vedono in un’immagine: prima disegnano ciò che vedono e poi descrivono ciò che hanno disegnato. Questa attività funziona molto bene anche a coppie: un bambino descrive un’immagine (oggetti, colori, posizione nello spazio) e l’altro la disegna. 

Spot the difference è sicuramente un’altra attività molto stimolante, che offre ai bambini la possibilità di praticare la lingua e di divertirsi allo stesso tempo: gli studenti debbono farsi delle domande a vicenda per scoprire quali sono le differenze tra le immagini che possiedono (si gioca generalmente in coppia e un componente della coppia non può vedere ciò che ha in mano l’altro componente della coppia). Si tratta di un reale gap informativo che i bambini hanno voglia di scoprire per poter vincere il gioco.

Per gli studenti più grandi anche i “sondaggi e i questionari” funzionano molto bene: gli studenti preparano domande su argomenti a loro familiari come attività del tempo libero, cibo, bevande, animali, gusti e conducono un sondaggio intervistandosi a vicenda e scrivendo informazioni che poi riporteranno in plenaria.

Infine, il Drama non solo incoraggia i piccoli apprendenti a comunicare nella fase di “pre-produzione” dell’acquisizione del linguaggio, ma è anche un modo coinvolgente di insegnare. Il Drama offre opportunità per simulare situazioni di vita reale, attinge alla creatività degli studenti e li introduce al significato culturale di vari gesti e del linguaggio del corpo. Recitare una storia trascende le barriere linguistiche. Può essere usato per incoraggiare gli studenti ad avere una “sensazione” autentica del peso delle parole che stanno imparando. È anche ottimo per i molti studenti che preferiscono l’impegno fisico nel loro apprendimento e può fornire un eccellente punto di partenza per passare dalle attività orali alla lettura e alla scrittura. E, cosa più importante, è davvero divertente!

Queste sono solo alcune delle infinite attività che si possono svolgere in classe al fine di consentire agli studenti di sviluppare l’abilità del parlato.

Certo è che prima di dare il via ad una determinata attività, ci si deve assicurare che i bambini sappiano cosa devono fare. È necessario che l’insegnante dimostri l’attività da solo o con un volontario e che chieda agli studenti cosa devono fare e magari lasciare che rispondano nella loro lingua madre per verificarne l’avvenuta comprensione.

Durante le attività di produzione orale, è opportuno che l’insegnante ascolti senza interrompere il flusso della comunicazione, a meno che il messaggio non sia del tutto incomprensibile o che l’insegnante voglia mostrare interesse in ciò che lo studente dice.

Per quanto riguarda la correzione di eventuali errori è auspicabile farla al termine della produzione orale, magari scrivendo alla lavagna gli errori che sono stati notati e chiedendo agli studenti di discutere a coppie su cosa c’è di sbagliato nelle frasi e come correggerle. Al termine di una lezione di speaking è utile anche chiedere agli studenti di riassumere quanto appreso durante la lezione. Questo la completa piacevolmente e dà loro un senso di progresso.

Francesco Pierucci
Docente specialista lingua inglese scuola primaria

Come aiutare i discenti della Scuola Primaria a sviluppare l’abilità di scrittura

Come aiutare i discenti della Scuola Primaria a sviluppare l’abilità di scrittura

L’abilità di scrittura è un’abilità piuttosto complessa da sviluppare e padroneggiare, in quanto il discente deve concentrarsi non solo sul prodotto finale ma anche sui vari passaggi che servono per arrivarci. La capacità di scrittura si sviluppa in maniera ottimale solo se si insegnano ai discenti le strategie giuste e se si offrono loro numerose occasioni per metterle in pratica.

Ecco perché è importante dare in classe il giusto spazio allo sviluppo della produzione scritta.

La scrittura è un’attività che coinvolge molti aspetti. Un bambino deve controllare contemporaneamente il vocabolario, la grammatica, la competenza testuale (quindi coerenza e coesione del testo) e molti altri aspetti ancora.

È necessaria un’ampia pratica e un’ampia esposizione al linguaggio per sviluppare forti capacità di scrittura e, poiché gli studenti non possono semplicemente sedersi e scrivere un testo perfetto, è necessario insegnare loro anche l’arte della revisione e dell’autocorrezione.

La scrittura è strettamente collegata al pensiero critico e a quello creativo ed è il modo in cui un bambino mostra ciò che sa e ciò che ha imparato. Gli studenti devono essere buoni scrittori per superare futuri esami, completare i compiti a casa, realizzare saggi più articolati e complessi quindi, affinché migliorino le proprie capacità di scrittura in inglese, devono fare continue esercitazioni e soprattutto conoscere le strategie che li aiuteranno a sviluppare le proprie capacità.

A questo proposito, un docente di inglese della scuola primaria dovrebbe, in primo luogo, incoraggiare la lettura. I buoni scrittori tendono ad essere avidi lettori e c’è una ragione a questo. Più un bambino legge, più sarà esposto a un nuovo vocabolario relativo a un determinato contesto e più parole imparerà. Una volta che una parola farà parte del suo vocabolario ricettivo, è molto più facile che questa possa passare ad un uso produttivo. La lettura espone anche i bambini a diversi modi di usare le parole e ad una grande varietà di strutture e di frasi che possono poi riutilizzare nella scrittura.

In secondo luogo, il docente dovrebbe aiutarli con un input iniziale! Una pagina bianca può intimidire persino un autore esperto. I bambini possono andare bene una volta che iniziano, ma spesso devono essere aiutati a scrivere le prime parole o frasi. Magari ponendo loro una domanda che stimoli il pensiero, facendo un elenco o una mappa mentale delle idee che si riferiscono all’argomento su cui devono scrivere o lavorando con loro sull’organizzazione di uno schema che possono trasformare in una bozza.

Il docente dovrebbe insegnare anche a lavorare in bozze. I bambini devono capire che una frase perfetta non viene fuori dal nulla, si sviluppa attraverso un processo che si attua mentre scrivono, rileggono e rivedono il prodotto finale. Questo è uno dei motivi per cui potrebbe essere utile per i bambini scrivere al computer in quanto evita loro la continua cancellazione e gli consente di fare più tentativi per dare forma ai loro pensieri, finché non trovano la frase che desiderano.

Non dimentichiamoci che un feedback ortografico e grammaticale può effettivamente essere estremamente utile per un bambino che sta imparando a scrivere o sta cercando di migliorare. Questo perché a volte ci sono correzioni suggerite che lo costringono non solo a notare il fraseggio imbarazzante o la parola scritta male, ma a spendere qualche energia cognitiva in più pensando a come correggerla. I computer offrono anche l’opportunità di correggere gli errori senza l’imbarazzo o lo stigma di più segni di gomma su una copia scritta a mano.

I docenti dovrebbero il più possibile incentivare la scrittura libera sia a casa che a scuola. Quando i bambini imparano a scrivere bene, non stanno solo coltivando abilità accademiche, ma stanno anche aprendo una nuova strada per l’auto-espressione. I compiti creativi favoriscono associazioni positive con la scrittura, quindi i bambini la vedono non solo come un’attività per l’apprendimento e la comunicazione di informazioni a scuola, ma un modo per trasmettere i loro pensieri. Non importa chi legge ciò che stanno scrivendo o anche di cosa si tratta, l’importante è che diventi un’attività regolare. Gli insegnanti di lingua potrebbero suggerire di tenere un diario personale dove scrivere una semplice frase al giorno, chiedere di scrivere la lista della spesa della mamma in inglese, etc. È necessario che gli insegnanti incoraggino ogni opportunità di scrittura, poiché più i bambini scrivono, più miglioreranno e affineranno le loro capacità.

Magari chiedendo loro di copiare o memorizzare le loro poesie preferite, le citazioni o qualsiasi altro linguaggio scritto in modo da aiutarli a concentrare la loro attenzione su forma, uso e significato e incorporare nuove strutture in un uso produttivo.

Anche se nessun genitore o insegnante è a favore del plagio, prendere in prestito delle frasi per dare forma alle proprie idee è il modo in cui i bambini imparano a scrivere e migliorano la loro scrittura.

 

Francesco Pierucci

Docente specialista lingua inglese scuola primaria

Alcune strategie per sviluppare l’abilità di lettura negli studenti della Scuola Primaria

Strategie per sviluppare l’abilità di lettura negli studenti della Scuola Primaria

La lettura è un’abilità fondamentale che tutti noi usiamo ogni giorno ed insegnare, quindi, a trovare strategie di lettura per aiutare gli studenti della scuola primaria è molto importante. Leggiamo giornali, libri, indicazioni stradali, messaggi di testo, ricette, e-mail, avvisi di sicurezza… la lettura è ovunque!
Tuttavia, la lettura può essere un’abilità stimolante che molti studenti faticano a padroneggiare e noi come insegnanti non vogliamo altro che aiutarli a diventare lettori fiduciosi.
Personalmente non credo che esista una soluzione magica o una formula perfetta per insegnare a leggere. Tutti gli insegnanti e gli studenti sono diversi e trovano il successo personale con programmi o tecniche differenti, ma vorrei condividere  alcune strategie che ho trovato utili nelle mie classi.

1. Concentrarsi su fluenza e fonetica contemporaneamente

Fonetica e fluenza vanno di pari passo (non può esistere l’una senza l’altra) e quindi perché non insegnarle insieme? La fluenza può essere definita come la capacità di decodificare il testo e leggere con precisione, velocità e corretta espressione. In poche parole è la capacità di leggere facilmente un testo senza “inciampare” nelle parole. È essenziale per i bambini diventare lettori fluenti per concentrarsi sulla comprensione, perché quando hanno difficoltà a pronunciare o a decodificare le parole, non possono prestare la necessaria attenzione alla comprensione del testo. La fonetica è spesso considerata un precursore della fluenza. I lettori fluenti spesso fanno affidamento sulla loro conoscenza delle relazioni tra lettere e suoni per decodificare le parole. Senza la fonetica, è piuttosto difficile diventare un lettore fluente. Insegnando la fonetica mentre si lavora sulla fluenza, gli studenti hanno l’opportunità di crescere in modo esponenziale come lettori.

2. Organizzatori grafici

Quando si tratta di comprensione della lettura, gli organizzatori grafici sono una strategia e uno strumento incredibilmente utili per supportare questo aspetto vitale del diventare lettori esperti. Gli studenti nelle classi primarie sono indubbiamente un gruppo eterogeneo, ognuno di loro apprende e assorbe le informazioni in modi diversi. L’utilizzo di organizzatori grafici consente di affrontare diverse modalità di apprendimento contemporaneamente durante le istruzioni per la lettura. Gli organizzatori grafici consentono agli studenti di elaborare le informazioni sia a livello visivo che spaziale, incoraggiandoli a interiorizzare il testo. La natura stessa degli organizzatori grafici consente agli studenti di vedere letteralmente le connessioni in ciò che stanno leggendo.

3. Utilizzare la strategia 3-2-1

Una tecnica divertente da usare quando si insegna a leggere è quella chiamata strategia 3-2-1.
Dopo che gli studenti hanno completato la lettura di un/due paragrafo/i, chiedete loro di scrivere 3 cose che hanno imparato, 2 cose interessanti e 1 domanda che desiderano fare.
Utilizzando questa semplice strategia, non solo si aumenta il loro coinvolgimento, ma si consente loro di migliorare intenzionalmente la comprensione della lettura.
Se gli studenti non sono completamente impegnati nel loro tentativo di imparare a leggere, i loro progressi avverranno a un ritmo molto più lento.

4. La metacognizione

La metacognizione indica un tipo di autoriflessività sul fenomeno cognitivo, attuabile grazie alla possibilità di distanziarsi, auto-osservare e riflettere sui propri stati mentali.
Fondamentalmente, usando la metacognizione, si aiuta gli studenti a prendere l’abitudine di pensare alla lettura prima, durante e dopo un testo.
Ad esempio, prima di leggere un testo, si potrebbe chiedere loro di discutere sul possibile contenuto del testo, magari partendo dal titolo.
Durante la lettura, si possono guidare gli studenti nella comprensione, regolare la velocità con cui stanno leggendo o affrontare eventuali problemi di comprensione che incontrano.
Dopo la lettura, si potrebbero utilizzare domande con note adesive per verificare che abbiano compreso ciò che hanno letto.
Quando si utilizza la metacognizione per la prima volta, è probabile che l’insegnante debba offrire un po’ di supporto agli studenti e “addestrarli” a usare strategie di metacognizione.

5. Collegamenti con la vita personale

Creando collegamenti tra testo e vita personale e attivando le conoscenze pregresse, gli studenti vengono coinvolti nella lettura. Questo può essere uno strumento potente per tenerli impegnati e motivati quando si tratta di lavorare sulle loro capacità di lettura.

6. Oltre ai semplici libri

I bambini spesso associano la lettura a noiosi libri di testo scolastici o capitoli assegnati che non interessano loro. Si potrebbe modificare efficacemente questa associazione consentendo agli studenti di leggere il mondo che li circonda!
Quando apriamo gli occhi dei nostri studenti a materiale di lettura nuovo ed entusiasmante, li aiutiamo a vedere il mondo in un modo completamente nuovo e ricco di alfabetizzazione. Concediamo loro quindi il tempo di esplorare materiale di lettura non tradizionale che li interessa (giornali per bambini, riviste, ricette, fumetti, blog o testi di canzoni); questo non solo li motiverà e li manterrà entusiasti della lettura, ma offrirà sfide che testi tipici potrebbero non dare.

7. L’uso della tecnologia

Sappiamo tutti che i bambini tendono ad eccellere nelle cose in cui sono interessati o a cui tengono. La tecnologia è il modo perfetto non solo per farli appassionare alla lettura, ma anche per offrire loro l’opportunità di lavorare su una varietà di abilità di lettura. A parte l’ovvio uso della lettura su un kindle o altro dispositivo di lettura elettronica, ci sono innumerevoli applicazioni e programmi che aiutano a sviluppare fluenza e comprensione in modi coinvolgenti. 

  • ABC Spy App (per imparare le lettere e la relativa pronuncia)
  • Bookster Story-telling App (un’applicazione che legge una storia e permette anche di registrare la propria voce)
  • Seuss’s ABC App (un’applicazione che permette ai bambini di leggere o di ascoltare una storia)
  • Pbskids.org (letture di diversi tipi con varie attività ludiche)
  • roythezebra.com (letture interattive con particolare attenzione alla ritmica, alle pause e molto altro)
  • suessville.com (attività ludiche di comprensione delle storie del Dr. Seuss)
  • randomhousekids.com (letture per bambini di ogni età)

Ricordiamoci infine, che elogiare i bambini è una delle strategie più semplici che possiamo utilizzare quando insegniamo a leggere! Se fatto correttamente, può influire positivamente sul successo di lettura dei nostri studenti!

 

Francesco Pierucci

Docente specialista lingua inglese scuola primaria

Pianificare una lezione di ascolto per studenti della Scuola Primaria

Insegnare agli studenti della scuola primaria come sviluppare la capacità di ascolto è senza dubbio un compito tutt’altro che facile per l’insegnante. Oltre al fatto che i piccoli discenti si trovano a dover ascoltare e comprendere un testo in lingua straniera, bisogna anche fare i conti con la loro capacità di concentrazione che a questa età purtroppo è molto bassa.

Per aiutare gli studenti a sviluppare questa capacità ricettiva e ottenere il massimo dal testo che dovranno comprendere, noi insegnanti dobbiamo pianificare lezioni ben strutturate.

A questo proposito è necessario dividere l’ascolto in tre diverse fasi: il Pre-listening, il While-listening e il Post-listening.  

La prima fase ha diversi obiettivi, ma in primo luogo serve per creare un interesse, per stimolare la curiosità dei discenti su quanto andranno ad ascoltare.  Per far questo potrebbe essere utile, soprattutto con i bambini dei primi due anni di scuola primaria, attaccare alla lavagna diverse fotografie attraverso le quali si chiede loro di “immaginare, indovinare” il contenuto della registrazione.

In questa prima fase è necessario, inoltre, insegnare il vocabolario nuovo presente  nell’ascolto. L’insegnante deve concentrarsi sulle parole chiave, utili agli studenti per svolgere i compiti che verranno assegnati loro nella fase successiva. Per far questo ci sono diverse attività piuttosto divertenti per i bambini: esercizi di abbinamento immagine-parola, di disegno, di scrittura, ecc. Per l’insegnante è importante scoprire se gli studenti conoscono le parole “nuove” e se riescono a contestualizzarle.

Una volta eseguiti questi step si passerà alla seconda fase, durante la quale ha inizio l’ascolto vero e proprio (il quale dovrà essere piuttosto breve in quanto richiede molta concentrazione e i bambini potrebbero stancarsi facilmente).

Il primo ascolto dovrà avere come obiettivo la comprensione globale del testo, quindi sarà sufficiente chiedere ai bambini di rispondere ad una semplice domanda, del tipo “Di cosa parla il testo? / La storia ha un lieto fine?”. Ove possibile, prima della correzione in plenaria della risposta, è utile agevolare un confronto a coppie o in piccoli gruppi.

Una volta che l’insegnante avrà corretto ad alta voce l’attività, i bambini sono pronti a passare alla fase di ascolto analitico. Anche in questo caso è necessario dare un’attività da fare mentre si ascolta per la seconda volta e, trattandosi di un ascolto che verifica una comprensione molto più dettagliata, il docente assegnerà attività del tipo “spuntare le parole che si ascoltano, completare una tabella, riempire degli spazi bianchi, rilevare errori, esercizi di “vero o falso”, indovinare definizioni”, ecc.

Ancora una volta è bene che i bambini controllino tra loro quanto svolto, prima che l’insegnante passi a correggere l’attività in plenaria.

Nella terza fase della lezione è necessario svolgere un’attività di follow-up, che potrebbe essere il classico esercizio lessicale oppure un role-play.

L’attività di follow-up, che può essere più guidata oppure più libera e creativa, offre agli studenti non solo l’opportunità di riutilizzare, in contesti diversi, il vocabolario appena appreso, ma permette anche di esercitare l’uso di alcuni esponenti linguistici, realizzando così le stesse funzioni comunicative presenti nel dialogo. In questo modo gli studenti avranno una chiara misura del loro apprendimento.

Oltre a quanto detto finora è importante che l’ascolto venga ripetuto un numero sufficiente di volte, senza però esagerare (3 volte al massimo); è auspicabile che gli studenti lavorino insieme (in coppie o in piccoli gruppi) per controllare le attività che sono state loro assegnate;  è opportuno che il docente non faccia capire immediatamente quali sono le risposte corrette con parole o espressioni facciali, in quanto è importante che tutti abbiano l’opportunità di partecipare; infine è necessario che nessun discente si perda d’animo e che l’ascolto sia alla portata di tutti.

L’ascolto è un processo attivo (nonostante venga definito come processo passivo), poiché la mente si impegna attivamente a creare significato. È quindi nostro dovere come insegnanti garantire che i materiali che utilizziamo siano comprensibili per i nostri giovani studenti; dobbiamo cercare di essere selettivi, non sempre il materiale di ascolto proposto da un libro di testo è adatto alla classe. Anche ascoltare è un duro lavoro! E può essere stressante! Quindi, al fine di massimizzare il potenziale di acquisizione della lingua, dobbiamo assicurarci che i nostri giovani studenti non siano stressati da questo processo.

 

Francesco Pierucci

Docente specialista lingua inglese scuola primaria

Ending the lesson

As a primary school English teacher I teach in 9 classes: some for just one hour, others for two or three hours a week.

I am always very conscious of the importance of handing over a quiet, calm and orderly class to the colleague who follows me. Teaching time is precious and nobody likes to have to spend ten minutes at the start of each lesson reorganising desks and chairs and waiting while the children finish writing homework in their diaries, put their books away and retrieve others from the depths of their school bags.

I always try to keep an eye on the clock and allow time to end the lesson properly.

A vital part of this is saying goodbye to the children which, in true Italian style, can take several minutes with a chorus of “Ciao ciao, bye-bye, ciao maestra, bye teacher, bye-bye teacher, ciaoooo” and much vigorous hand waving.

I actually love this about the Italians, but it is not really conducive to maintaining the right atmosphere at “hand over” time.

A quick chant can solve the problem. Like all new routines it may take a few lessons before they get the hang of it but it’s worth it in the end.  
With bags, coat and stereo (if you still have to drag one from class to class) in hand, stand in front of the class, cast a swift look over them all and announce “Good morning and thank you children”.  As a chorus they reply “Good morning and thank you teacher / Mrs…”.

And then simply go. No waves, no “byeees”, no “See you soons”. 

Your lesson has had a clear ending and your colleague will be delighted to have a class ready for action.

Unless of course he or she then says “Bambini, salutate la maestra.”!

Don’t worry if you and the children are using “good morning” at the end of a lesson as well as at the beginning.

It is a little formal but is still used in many British primary schools today, along with the practice of calling teachers by their title and surname (Mr Smith, Mrs Jones) rather than by their first names.

 

VERSIONE IN ITALIANO

IL CAMBIO INSEGNANTE

Sono un’insegnante di inglese nella scuola primaria e insegno in ben nove classi: in alcune solo per un’ora a settimana, mentre in altre per due o tre ore a settimana.

Credo sia molto importante lasciare alla collega che viene dopo di me una classe tranquilla, calma e ordinata. Il tempo passato in classe è prezioso e a nessuno piace dover sprecare dieci minuti all’inizio della lezione per sistemare banchi e sedie, aspettare che i bambini finiscano di scrivere sul diario i compiti o che ripongano i libri e recuperino gli altri nei meandri del loro zaino.

Cerco sempre di tenere d’occhio l’orologio e di pianificare la lezione in modo che il tempo sia sufficiente per terminarla rispettando l’orario.

Gioca un ruolo fondamentale il saluto dei bambini alle maestre che può richiedere anche diversi minuti. Al cambio insegnante si alza infatti un coro di “ciao ciao, bye-bye, ciao maestra, bye-bye teacher, ciao ciao insegnante, ciaoooo” accompagnato da energici saluti con le mani.

È molto bello ma potrebbe non aiutare a mantenere l’atmosfera giusta al momento del “cambio insegnante”.

Una mini-chant veloce potrebbe essere la soluzione. Come tutte le nuove routine proposte ha bisogno di alcune lezioni prima che i bambini lo riproducano spontaneamente ma alla fine ne vale veramente la pena.

Con la borsa, il cappotto e lo stereo in mano (se ancora devi trasportarlo da una classe all’altra) prima di lasciare la classe, prova a pronunciare il seguente saluto: “Good morning and thank you children!”. In coro i bambini dovranno rispondere: Good morning and thank you teacher / Mrs…!”

E poi lascia la classe così, semplicemente e senza ulteriori “ciao” o “a domani”.

La lezione si è chiaramente conclusa e il tuo collega sarà felice di avere la classe subito pronta per la lezione successiva.

A meno che, naturalmente, lui o lei non dica “Bambini, salutate la maestra.”!

Si può usare “good morning” sia al termine che all’inizio della lezione.
È una forma di saluto po’ formale ma viene ancora usata in molte scuole primarie britanniche
insieme alla consuetudine di chiamare gli insegnanti non per nome ma in base al loro titolo e al cognome (Mr Smith, Mrs Jones).

Countdown to Christmas – The Advent Calendar

Whenever I don’t feel like planning my lessons, I always remember my tutor at teaching training college in England who would constantly remind me that planning and preparation was the only key to a successful lesson.

It’s early November as I write this and the threat of DAD or DDI is looming… and with it the difficulty of planning motivating lessons.

Our little pupils have already missed out on so much and I really don’t want them to miss out on the fun of Christmas in the air at school.

Fingers crossed they won’t have to and we will be at school in December, but nevertheless, I am trying to think of lessons that can be transferred to online teaching if necessary.

Christmas vocabulary, spelling, prepositions, memory games and for the older ones even extended speaking and writing can all focus around an interactive advent table which is a display the children create together in class, or if necessary, individually at home. 

HERE’S HOW TO DO IT:

The children prepare 24 small “stand up” cards and write a date on each one from Tuesday 1st December to Thursday 24th December.

On 1st December they place an angel (drawing, homemade, or one from a Christmas tree) and put it on a table in the classroom (fingers crossed) next to the date card with the word Angel written on it. 

On 2nd December they place a bell there with the date card and the written word.

They continue expanding the display in alphabetical order with the following objects which can all be easily substituted with drawings: card, decoration, elf, family, gift, holly, ivy, Jesus, kiss, lights, mistletoe, North Pole, ornaments, present, Queen’s speech, reindeer, Santa, tree, Under the tree (picture with arrow pointing to gift under tree), Winter, Xmas.

You only need to use 24 letters and if you really can’t find something for the difficult letters, just eliminate them and put extra things for the letter “S” for which there are so many.

Through the creation of this display, our children can expand their vocabulary, practise their spelling, improve their memory skills by recalling what is on the table without looking (the objects in alphabetical order help them enormously), rearrange the objects and describe their positions “The angel is next to the bell, Santa is behind the card”, listen to, comprehend and carry out instructions “point to the mistletoe,  put the decoration in front of the present,”  practise saying  and writing the dates and of course, get excited about Christmas.

If we have to do this activity in DAD, the children can create the display themselves, take photos of it which the teacher can share with the class and then they can take turns describing their display to their classmates. 

The activities can easily be adapted according to the age and abilities of our pupils.

Maybe, just maybe, my tutor from college would have liked this idea!

 

VERSIONE IN ITALIANO

 

LEZIONI DI INGLESE DENTRO E FUORI DALL’AULA: COSTRUIRE IL CALENDARIO DELL’AVVENTO

Di Michelle Slattery

 

Ogni volta che non ho voglia di pianificare la lezione mi ritorna in mente il mio tutor universitario che costantemente mi ricordava come la programmazione e la preparazione fosse l’unica chiave per realizzare una lezione efficace.

È l’inizio di dicembre mentre scrivo e la minaccia di DAD o DDI incombe … e con essa la consapevolezza della difficoltà di pianificare lezioni motivanti.

I nostri piccoli alunni hanno già perso così tanto che non voglio davvero si perdano anche il divertimento che solo la magia del Natale è capace di creare a scuola. Incrociamo le dita e speriamo non sia necessario riprogettare le lezioni e che saremo tutti a scuola a dicembre.

Tuttavia, sto cercando di pensare a lezioni che possano essere usate anche per l’insegnamento a distanza, se necessario.

Il vocabolario natalizio, l’ortografia, le preposizioni, i memory game e per i più grandi anche lo speaking e il writing possono essere convogliati in una unica attività: una sorta di “calendario dell’avvento” interattivo che i bambini creano insieme in classe o, se necessario, individualmente a casa.

ECCO COME CREARLO:

I bambini preparano 24 cartoncini e su ognuno scrivono una data che va da martedì 1° dicembre a giovedì 24 dicembre.

Il 1° dicembre prendono un angelo (un disegno, un angelo costruito manualmente o anche la decorazione di un albero di Natale a forma di angelo) e lo posizionano sul banco in classe (incrociamo le dita) accanto al biglietto, con sopra scritta la parola “angel/angelo”.

Il 2 dicembre invece prendono una campana/bell con il cartoncino della data e la parola. Si prosegue giorno dopo giorno con le iniziali successive ad arricchire il vocabolario e con la visualizzazione degli oggetti o in ordine alfabetico.

Gli oggetti possono essere facilmente sostituiti con dei disegni, vi suggerisco, ad esempio, i seguenti:

card, decoration, elf, family, gift, holly, ivy, Jesus, kiss, lights, mistletoe, North Pole, ornaments, present, Queen’s speech, reindeer, Santa, tree, Under the tree (picture with arrow pointing to gift under tree), Winter, Xmas.

Dovresti usare tutte le 24 lettere dell’alfabeto ma se non riesci a trovare qualcosa con le lettere più complesse, eliminale e inserisci al loro posto degli oggetti extra con la lettera “S”, ce ne sono davvero tanti con questa iniziale!

Attraverso la creazione di questo calendario i nostri bambini possono ampliare il vocabolario, esercitarsi sull’ortografia, allenare la memoria ricordando ciò che è sul banco senza guardare (gli oggetti in ordine alfabetico saranno di enorme aiuto). Potranno spostare gli oggetti e indicare dove si trovano: “The angel is next to the bell, Santa is behind the card”; ascoltare, comprendere ed eseguire le istruzioni: “Point to the mistletoe, put the decoration in front of the present,”; ma anche esercitarsi a dire e scrivere le date.

Tutto ciò permette di creare anche l’attesa per il magico Natale!

Se dovessimo svolgere questa attività in DAD i bambini possono costruire da soli il calendario dell’avvento, scattare poi una foto che l’insegnante può condividere con l’intera classe e, a turno, descrivere il loro calendario ai compagni di classe.

Le attività possono essere facilmente adattate in base all’età e al livello linguistico dei nostri alunni.

Molto probabilmente, ma non ne ho la certezza, quest’ idea sarebbe piaciuta al mio tutor universitario!

Diary of an English English teacher

No, it’s not a typo, it’s right!

I’m an English teacher who is also English or in other words, I’m English and I’m also an English teacher.

I could have called it Diary of a British English teacher, but it doesn’t quite have the same ring to it!

After 30 years of teaching I’ve started to put together a few reflections on what I’ve learnt from my colleagues in Italy and abroad, my own teachers and tutors, my personal experience of learning a second language and of course, my wonderful pupils.

I hope that you find these articles interesting and can maybe identify with them, but if not, I hope you just enjoy reading something in English that isn’t too heavy going after a hard day in school.

Happy reading!

Dislessia e lingua inglese nella Scuola Primaria

Strategie e strumenti per l’insegnamento

Insegnare la lingua inglese a studenti della scuola primaria affetti da dislessia è sicuramente una grande sfida per l’insegnante, soprattutto se non possiede una preparazione specifica per alunni DSA.

Ma che cos’è la dislessia?

La definizione più recente approvata dall’International Dyslexia Association è la seguente: “La dislessia è una disabilità dell’apprendimento di origine neurobiologica ed è caratterizzata dalle difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura”. Stando alla definizione sopraccitata, le difficoltà incontrate nel processo di apprendimento di una lingua straniera da parte di un bambino dislessico sono innumerevoli, anche perché la lingua inglese non viene pronunciata come è scritta. In molti casi il discente si trova a disagio nei confronti della classe, in particolar modo quando gli viene chiesto di leggere o di scrivere persino alcune semplici parole.

La dislessia si può presentare in maniera molto diversa da bambino a bambino, ma le caratteristiche più comuni relative alla decodifica della singola parola o del testo scritto sono:

  • una scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio (ad esempio la “p” e la “b”, la “u” e la “n”);
  • una scarsa discriminazione dei grafemi che differiscono per piccoli particolari (ad esempio la “m” e la “n”);
  • l’omissione di grafemi e sillabe (ad esempio “cacus” anziché “cactus”);
  • i salti di parole o salti da un rigo all’altro;
  • l’inversione di sillabe (ad esempio “dengar” anziché “garden”);
  • le aggiunte e ripetizioni (ad esempio “telelephone” anziché “telephone”);
  • la prevalenza della componente intuitiva a discapito del processo di decodifica, che inevitabilmente crea errori definiti “di anticipazione”. Non di rado, infatti, il soggetto dislessico esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba e procede “inventando” l’altra parte. La parola contenuta nel testo viene così ad essere spesso trasformata in un’altra, il cui significato può essere del tutto diverso (ad esempio “roof” anziché “rooster”).

Detto questo, come possiamo aiutare a promuovere l’apprendimento tra gli studenti dislessici e facilitare il loro apprendimento in modo che ottengano tutto ciò di cui hanno bisogno dalle loro lezioni di inglese?

Innanzitutto dobbiamo insegnare loro come distinguere e quindi riconoscere i diversi gruppi consonantici. Prendiamo ad esempio la parola “clip”. Utilizzando due semplici pezzi di carta, scriviamo in uno il solo suono “CL” e nell’altro disegniamo l’oggetto e scriviamo la parola (clip). Successivamente basta chiedere agli studenti di abbinare i due fogli e di leggere la parola dopo averla abbinata. Un’attività utile non solo per gli studenti dislessici, ma anche per l’intera classe che sta imparando i vari suoni fonologici e il riconoscimento delle parole.

In secondo luogo è opportuno insegnare lo spelling delle parole in quanto l’inglese, come si sa, è una lingua che si pronuncia in maniera diversa da come è scritta. 

Basta prendere una qualsiasi parola, suddividerla in suoni diversi e scriverli verticalmente sulla lavagna (ad esempio “te-le-vi-sion”). Successivamente si chiede agli studenti di leggere ogni suono senza dire loro che insieme formano una parola di senso compiuto. Una volta che gli studenti hanno imparato i diversi suoni e memorizzato le semplici combinazioni di due o tre lettere, li si invita a metterli insieme per formare una parola. Questa attività darà agli studenti maggiore sicurezza nell’affrontare parole più lunghe e affrontare le difficoltà di ortografia.

Per i discenti dislessici è molto utile anche classificare le parole e questa attività può essere svolta in molti modi diversi. Ad esempio si potrebbero scrivere le parole “apple, banana, strawberry, plum” alla lavagna e chiedere agli studenti di scrivere la parola a cui queste sono correlate (in questo caso “fruit“).

Un altro modo è chiedere agli studenti di scrivere delle parole che hanno lo stesso suono iniziale, ad esempio “roof, room, rooster”. Queste due attività sono molto utili in quanto la mnemonica, ovvero l’arte di formare visivamente un’associazione con la parola, potrebbe avvantaggiare gli studenti che soffrono di dislessia, specialmente se sono studenti visivi.  

Poiché la lingua scritta è direzionale e coloro che soffrono di dislessia spesso si confondono tra destra e sinistra, è facile per loro confondersi con il modo in cui la lettera dovrebbe girare o anche con la direzione in cui la lettera dovrebbe essere letta. In inglese, come in altre lingue che usano l’alfabeto latino, ci sono un certo numero di lettere con immagini speculari, il che significa che se mettessi uno specchio su una lettera, rappresenterebbe l’aspetto di una lettera diversa. Le lettere più facilmente confondibili sono “p-b-d”.

Per ovviare a questo tipo di problema, si potrebbe chiedere agli studenti di ricordare sempre la parola “BED“: questo può essere fatto tenendo i pollici insieme e puntando le dita verso l’alto. La mano sinistra rappresenterà la “b” e la destra la “d”.

L’uso delle flashcard è anche un ottimo modo per aiutarli a distinguere tra i suoni p-b-d. Si possono usare delle flashcard con  immagini che rappresentano parole che iniziano con le lettere “fastidiose”, ad esempio “pool, bat, dinosaur, ball, dog, bell”. Si mostrano le carte agli studenti e si chiede loro di dire la parola che corrisponde alle immagini. Successivamente, usando esattamente lo stesso ordine di prima, si mostrano nuovamente le immagini, questa volta chiedendo agli studenti non solo di pronunciare le parole ma anche di scriverle.

Certo è che noi insegnanti non possiamo curare la dislessia, ma tramite piccoli accorgimenti possiamo aiutare gli studenti che ne soffrono ad apprendere la lingua inglese più facilmente e soprattutto a sentirsi meno a disagio nei confronti degli altri. La cosa più importante è quella di creare una lezione che sia fruibile per tutta la classe.

 

Francesco Cotichella
Insegnante di inglese e italiano L2, con specifica formazione in ambito delle Metodologie Didattiche per l’insegnamento e l’integrazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES)

Musica, maestro! L’importanza delle canzoni nell’apprendimento della lingua inglese

Una prima autonomia linguistica in inglese può essere sviluppata tramite l’ascolto del suono, del ritmo e della musica, che costituiscono componenti essenziali e sempre presenti nella quotidianità del bambino, sin dalla nascita. I bambini, sin dai primi giorni di vita, infatti, si addormentano al suono di ninne nanne e imparano le prime parole at­traverso filastrocche.

Anche dal punto di vista dell’apprendimento linguistico in giovane età, le canzoncine e le filastrocche rivestono un ruolo importante poiché, oltre a favorire la motivazione all’apprendimento della lingua straniera, in un clima positivo e significativo, favoriscono l’apprendimento di lessico, strutture e chunks linguistici attraverso il ritmo.

L’USO DELLA CANZONE DURANTE LA LEZIONE DI INGLESE

Nell’insegnamento della lingua straniera l’utilizzo di canzoncine, filastrocche e chants si presta sia come strumento didattico finalizzato all’apprendimento di lessico e strut­ture, sia come strumento per spezzare il ritmo quando l’atmosfera in classe risulta un po’ fiacca o in seguito a un’attività in cui è richiesto un alto grado di coinvolgimento da parte degli alunni.

L’utilizzo di canzoncine, filastrocche e chants offre, inoltre, un’occasione piacevole e gra­dita per il consolidamento, attraverso il meccanismo della ripetizione, e per il ripasso di lessico e strutture note, nell’ambito delle attività di routine, warm up o al termine di una lezione.

Canzoncine, filastrocche e chants sono anche una valida opportunità per venire a contat­to con la cultura inglese e per contestualizzare l’apprendimento linguistico.

L’attività corale favorisce la socializzazione all’interno del gruppo classe e l’integrazione di tutti i soggetti. Favorisce anche il coinvolgimento e l’inclusione di quei bambini più emotivi o di chi non si sente pienamente a suo agio nel prendere parte ad attività di tipo ludico.

È quindi importante che l’insegnante non forzi i bambini a partecipare all’attività e lasci la possibilità di gestire a ciascuno le proprie emozioni.

L’attività, anche nel caso di quei bambini che non si lasciano coinvolgere subito, risulterà comunque positiva perché darà loro modo di avvicinarsi, anche se indirettamente, ai suoni e ritmi della lingua.

Quanto è importante associare movimenti alle canzoni?

La musica abbinata alla psicomotricità può risultare utile per rinforzare il processo di memorizzazione e quindi accelerare l’acquisizione di una lingua straniera.

head and shoulders

È importante che il coinvolgimento dei bambini avvenga su un piano multisensoriale, è quindi necessario associare parola e movimento: questo approccio, il TPR (Total Physical Response), agevola i transfer alla lingua parlata e facilita la costruzione graduale della memoria a lungo temine.

I suoni della parola sono veicoli di significato che la gestualità può accentuare e fissare nei processi di memorizzazione.  

È sicuramente indispensabile sfruttare questo importante canale di comunicazione che è il suono e associarlo il più possibile, nel corso dell’attività musicale, al gesto creando così anche un clima di allegra partecipazione che favorisca la motivazione e la ricettività all’apprendimento della lingua.

Che caratteristiche devono avere le canzoni nei testi di inglese?

Le action songs, per fun­zionare come veicoli di presenta­zione linguistica, “contenitori” di campi lessicali, di funzioni e di strutture da imparare, devono avere caratteristiche specifiche.

Devono, innanzitutto, essere costruite su un motivo facile da ricordare, essere orecchiabili e ritmate, con arrangiamenti musi­cali semplici e moderni e devono contenere il lessico e le strutture che si vogliono trasmettere.

Attraverso l’apprendimento del­la canzone, il testo viene fissato nella memoria di ogni bambino.

Queste canzoni si devono prestare a essere smontate, rimontate e variate a seconda delle esigenze creative dei bambini e ai fini dell’apprendimento di strutture linguistiche e di nuovi vocaboli.

Le canzoni didattiche sono uno strumento molto motivante che si estende ai livelli di acquisizione e padronanza linguistica, compresa la capacità di pronunciare e, per i bambini più grandi, di scrivere in modo corretto.

ALCUNI SUGGERIMENTI PER L’USO DELLE CHANTS E DELLE SONGS

  • In una prima fase è opportuno che i bambini non vedano o leggano il testo della canzone, ma che si concentrino sull’ascolto dei suoni e dei ritmi della lingua.
  • Accompagnate l’ascolto con gesti, immagini, oggetti o pupazzi, al fine di favorire la com­prensione del testo, senza ricorrere alla traduzione in L1.
  • Successivamente, invitate gli alunni ad ascoltare di nuovo la canzone e a imitare i gesti o indicare le immagini utilizzate.
  • Nelle esecuzioni successive smettete di fare i gesti lasciando che gli alunni si muovano da soli. Una volta avviata l’attività lasciateli cantare da soli, così da favorire la loro autonomia espressiva. È un momento importante in cui i bambini acquisiscono la canzone per loro stessi. La canzone diventa la “loro canzone”.
  • L’atto di cantare in coro, già fortemente motivante in se stesso, favorirà la corretta pro­nuncia e intonazione, mentre le parole in rima creeranno ulteriori agganci nella memoria degli alunni.
  • In caso di canzoni o filastrocche in cui compaia un testo di una certa lunghezza è possibile facilitarne la memorizzazione attraverso la ripetizione di segmenti di testo e di sequenze via via più lunghe.
  • Passate poi alla fase della contestualizzazione del lessico e delle strutture attraverso attività sul testo, come il riordino di immagini che illustrano la canzoncina, o di porzioni di testo op­portunamente mischiate, oppure abbinamenti di lessico e immagini, di frasi e immagini.

PERCORSI INTERDISCIPLINARI CON CANZONI E FILASTROCCHE

Una canzoncina o una filastrocca può anche essere utilizzata come input linguistico per l’avvio di un percorso interdisciplinare.

Per rendere l’attività funzionale alla trasmissione o al rinforzo di contenuti linguistici sce­gliete accuratamente il materiale da proporre alla classe, adattandolo anche ai gusti musi­cali dei bambini e valutate attentamente i prerequisiti necessari e il grado di difficoltà e di pertinenza di tale materiale agli obiettivi linguistici.

Filastrocche, canzoncine, chants e action songs risultano, quindi, essere strumenti insosti­tuibili nella didattica della L2: l’ascolto e la ripetizione di una canzone in lingua inglese non sono solo importanti per l’acquisizione della pronuncia e dell’intonazione, ma rappresentano anche, per il bambino, un momento importante di scoperta di una specifica cultura, che si manifesta nella particolarità del ritmo e della cadenza della frase.

A questo punto, non ci resta che schiacciare PLAY!

Buona lezione di inglese e… musica, maestro!

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Story Lane

L’angolo delle storie: la lezione di inglese inizia da qui

Raccontare una storia è un’attività divertente e quindi altamente motivante e inclusiva. Con la storia ciascun bambino riesce a trovare ciò di cui ha bisogno.
Raccontare una storia può essere creativo per chi racconta ma anche per chi ascolta.

Rendere lo storytelling coinvolgente, fruibile e utile allo sviluppo delle abilità linguistiche è fondamentale e, per far sì che ciò avvenga, è bene organizzare con cura le attività

Creare interesse e curiosità è uno step fondamentale: per questo vi proponiamo alcuni suggerimenti affinché le storie lette in classe possano prender vita e diventare utili oltre che piacevoli.

L’angolo delle storie: lo Story Corner

Per far prendere familiarità ai bambini con lo storytelling, potrebbe essere utile allestire un luogo dedicato: l’angolo delle storie, lo story corner. 

Per caratterizzarlo potreste appendere delle immagini di storie conosciute e imma­gini-simbolo che aiutino i bambini a immedesimarsi in un altro “mondo”, quello della lingua inglese. Una volta trovata la giusta sistemazione per i vostri racconti… non vi resta che iniziare!

1- Le pre-reading activities: cosa fare prima della lettura

Ecco tutti gli accorgimenti e le attività che potreste mettere in atto per avviare lo storytelling nel migliore dei modi.

  • Procuratevi pupazzi, oggetti, indumenti, immagini da utilizzare durante la lettura animata.
  • Se vi è possibile, accompagnate la narrazione con l’utiliz­zo di materiale audio (musica, rumori, suoni).
  • Preparate la classe alla lettura della storia attraverso una breve attività o gioco di ripasso di lessico noto, presente nella storia.
  • Mostrate agli alunni la copertina del libro e leggete ad alta voce il titolo.
  • Attraverso un’attività di brainstorming invitate la classe a formulare ipotesi (predicting) sull’argomento della storia.
  • Introducete, attraverso l’utilizzo di flashcards, immagini o realia le parole chiave ed eventuale lessico o strutture nuove necessarie alla comprensione della storia. Procedete solo dopo esservi accertati che le parole nuove siano state memorizzate.
  • Invitate la classe a prepararsi all’ascolto pronunciando una frase che richiami tutti al silenzio e che verrà presa come segnale d’avvio dell’attività. Una volta ottenuti il si­lenzio e l’attenzione necessari, procedete con la narrazione.

2 – Cosa fare durante il racconto

Ora gli alunni sono pronti, avete ottenuto il silenzio e l’attenzione necessari per poter iniziare la lettura della storia. Anche per questa fase vi proponiamo dei consigli importanti per ottenere il massimo da questa attività.

  • Effettuate una lettura espressiva che preveda alterazioni di voce e variazione di ritmi e di toni, in modo da risultare coinvolgente e di supporto alla comprensione del testo.
  • Coinvolgete la classe durante la lettura attraverso l’intera­zione, ponendo domande, in modo da assicurarvi che vi stiano seguendo.
  • Invitate qualche bambino a muovere un determinato og­getto, oppure tutta la classe a pronunciare, ad esempio, una frase particolare.
  • Incoraggiate, attraverso semplici domande, i bambini a fare previsioni sullo sviluppo della trama.
  • Create suspence e attesa per il finale.
  • Al termine della narrazione, assicuratevi che il senso glo­bale della narrazione sia stato colto e ripercorrete insie­me ai bambini le varie fasi del racconto.
  • Focalizzate l’attenzione sul lessico e sulle strutture su cui volete essi riflettano.
  • Ripetete la lettura della storia più volte.
  • Se il libro dispone di CD audio con la storia narrata, fate ascoltare più volte fermando la registrazione ogni qual volta vediate una certa insicurezza di comprensione tra i bambini.

3 – La narrazione si è conclusa: Ora cosa accade?

Dopo aver letto o narrato la storia, sono tante le attività che possono essere proposte. Qui ve ne consigliamo alcune.

  • Strutturate attività incentrate sulla storia atte a verifi­care la comprensione e a consolidare lessico e strutture incontrate (listen and answer, true or false, number the pictures, listen and number, match…)
  • Al fine di favorire il riutilizzo della storia, finalizzato alla produzione orale, realizzate con la classe materiali di supporto agli alunni nell’esposizione del racconto, come minibooks o storycards.
  • Con gli alunni più grandi potete proporre la seguente attività, per promuovere la creazione di storie: dividete la classe in gruppi e, dopo aver fornito delle tracce gui­da e schemi di progettazione, invitate gli alunni a creare una storia partendo dalla realizzazione di uno storyboard. Invitate poi i gruppi a effettuare una lettura animata della storia inventata.
  • Create in classe una biblioteca di libri in lingua originale che gli alunni potranno prendere in prestito settimanal­mente e a cui potranno accedere anche nei momenti non strutturati, esponendo nella biblioteca anche i libri auto­prodotti dagli alunni.
  • Organizzate una settimana dedicata al libro e alla lettu­ra che preveda attività di storytelling e di costruzione di libri che coinvolgano tutto l’istituto.

Grazie allo storytelling i bambini avranno modo di apprendere la lingua in maniera divertente e di sviluppare le abilità linguistiche in modo naturale e attraverso il coinvolgimento di vari stili d’apprendimento quindi… scegliete la storia che fa per voi… It’s story time!

(Leggi anche Tutto quello che devi considerare per scegliere il libro giusto per le attività di Storytelling in L2)

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Tutto quello che devi considerare per scegliere il libro giusto per le attività di storytelling in L2

Scegliere la storia giusta per fare storytelling in inglese ha molta importanza; non si tratta solo di scegliere l’argomento adatto, ma soprattutto di proporre un lin­guaggio abbastanza semplice per poter “catturare” al momento giusto tutti i bambini.

Sarà necessario, innanzitutto, scegliere un testo il cui tema risulti adatto all’età e incontri l’interesse e il gusto dei bambini.

A cosa porre attenzione?

Il testo che scegliamo deve:

  • contenere un’alta per­centuale di lessico e strutture note possibilmente afferenti a un’area semantica ben precisa;
  • avere una trama lineare e di facile comprensione;
  • avere uno stile ripetitivo, soprattutto per le prime classi di scuola primaria;
  • essere accompagnato da illustrazioni accattivanti, a eventuale supporto della comprensio­ne di passaggi della storia che potrebbero non essere facilmente compresi;
  • non risultare eccessivamente lungo;
  • non presentare molti nomi astratti.

 

Facciamo un esempio.
Poniamo che l’insegnante stia mostrando il libro con la storia dei tre porcellini e che ogni volta che appare l’immagine di uno dei porcellini metta l’accento sulla parola “pig”. Immaginiamo una classe di bambini dove si sia già lavorato un po’ con il lessico relativo agli animali e che quindi conoscano la parola in questione.

Sarà ovviamente per loro più facile capire la storia per due motivi: in­tanto i bambini, molto probabilmente, conoscono già la storia in L1, inol­tre la parola più ricorrente nel racconto è una parola a loro già nota.
Ogni volta che i bambini ascoltano le parole già conosciute, si atti­va una specie di “sveglia” nella loro mente, che li riattiva nel caso in cui la parte non compresa sia stata un po’ noiosa.

Per scegliere quindi la storia adatta occorre considerare alme­no due elementi principali: il linguaggio utilizzato e l’argomento coinvolgente.

Quali altri fattori devi considerare prima di scegliere un libro?

Nella scelta del testo, altra cosa fondamentale da fare è assicurarsi che gli alunni posseg­gano i prerequisiti necessari alla comprensione e al godimento dell’attività.
Se ben strutturata, tale attività risulterà di stimolo allo speaking.
Infatti, con l’ausilio delle illustrazioni e dopo ripetuti ascolti, gli alunni si uniranno a voi coralmente nel racconto, per poi provare a raccontare la storia autonomamente.

Di seguito un’utile tabella che vi potrà aiutare a scegliere il libro adatto allo storytelling nella vostra classe.

storytelling tabella

(Leggi anche Come incrementare la capacità di ascolto e di concentrazione nei bambini: lo storytelling in lingua inglese)

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